Oggi vi voglio parlare di mio nonno Antonio, il padre di mia madre. Che poi in realtà si chiamerebbe Silvio, ma nessuno lo conosce come tale! E’ il nonno per eccellenza, quello con la N maiuscola.
Lui viene da un piccolo paesino della Calabria: Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro. E’ venuto in Toscana con la sua famiglia quando aveva circa 10 anni e nessuno mai direbbe che sia calabrese, in quanto parla il toscano meglio di me!
Però qualcosa di calabrese mi accompagna da sempre: le grispelle. Insegnate a mia nonna dalla mamma del nonno, nonché sua suocera e scritte nel libro di ricette di famiglia. E ancora oggi, ogni tanto le rispolvera e le ha insegnate a mia mamma, e poi a me. Si mangiano per accompagnare salumi, affettati e formaggi, ma sono buone anche così, vuote. E come dico sempre: i sapori della tradizione sono sempre i migliori.
Qualcuno le rigira nello zucchero e le mangia come dolci, ma io le preferisco salate!
Grispelle calabresi
Cosa occorre
- 1 kg e ½ patate
- 1 kg farina
- 1 cucch. sale
- 2 cubi di lievito (50 gr.)
- 4 uova
- un pò di latte
- olio per friggere
Come si prepara
- Lessate le patate, pelatele e schiacciatele. Quando sono tiepide aggiungeteci le uova e il lievito sciolto in un pò di latte. Impastate bene e incorporate la farina e il sale: deve venire fuori un impasto non troppo duro. Lavorate bene sulla spianatoia e formate delle palline. Fatele lievitare coperte con un canovaccio caldo umido per 2 o 3 ore. Raggiunta la lievitazione prendete ogni pallina e formate una ciambella e friggetele in abbondante olio caldo.
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