Senza nulla togliere alla Mantovana del Mattei, biscottificio storico e rinomato della mia città, Prato, ma questa mia ricetta fa da anni un gran furore a casa mia. Che poi non è neanche mia, ma di un’istituzione culinaria alias Pellegrino Artusi. Nonchè amico per l’appunto di Antonio Mattei. Insomma, girala come ti pare, ma la ricetta è la medesima (escluso, credo, l’ingrediente segreto).
A parte questo, noi in casa nostra, siamo cresciuti a Mantovana di Prato. Che poi, lo sapete perchè si chiama mantovana, se non è di Mantova? Si narra che delle suore di Mantova appunto, in pellegrinaggio verso Roma intorno al 1875 per il giubileo, stazionarono a Prato e furono ospitate proprio dal Mattei. Per ringraziarlo della buona accoglienza, lo omaggiarono della ricetta di questa torta. E lui onorato, la chiamò proprio mantovana.
Io adoro le ricette della tradizione. Italiana o estera, ma le ricette tradizionali, hanno sempre una marcia in più. Nessuno può trascurare le chiavi moderne, ma le ricette che hanno una storia, non affascinano ancora di più?
- farina, 170 grammi
- zucchero, 170 grammi
- limone, la scorza di mezzo
- uovo intero, uno a pasta gialla
- tuorli, quattro a pasta gialla
- lievito, una punta
- burro, 150 grammi
- pinoli, 30 grammi
- mandorle a scaglie, 40 grammi
- granella di mandorle, 50 grammi
- Sbattete benissimo lo zucchero con l'uovo e i tuorli fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungete la scorza di limone, la farina e il lievito. Amalgamate bene e incorporate il burro fuso tiepido. Imburrate uno stampo a cerniera del diametro di circa 20 cm (io l'avevo di 26 ed è venuta un pochino bassa) e cospargete di granella e poca farina. Stendete bene il composto e metteteci sopra le mandorle a scaglie, la granella di mandorle rimasta e i pinoli tritati grossolanamente. Infornate a 180° per circa 35 minuti. Quando sarà tiepida cospargeteci sopra dello zucchero a velo.
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