20 Dicembre – VALLE D’AOSTA @un_architetto_in_cucina – RAGU’ DI CERVO
Oggi scopriamo insieme la casella del #calendariodellavventour e andiamo da Maria in Valle d’Aosta. Con queste belle cime innevate, piste da sci pronte e stupendi rifugi che ci accolgono caldi pronti per qualche prelibatezza, ci infiliamo anche questo ragù di selvaggina tipico valdostano che ci ha preparato la nostra foodblogger! Io ne sento già il profumo, voi? Grazie mille Maria per essere stata qua!
Foodblogger, e questo lo sappiamo, oltre a questo chi è Maria?
Sono Maria Pisacane, napoletana di nascita e valdostana di adozione. Sono nata a Napoli il 4/6/83 e vivo a Saint-Pierre dal 2010. Mi sono trasferita in Valle d’Aosta per amore, ho incontrato mio marito Michel a fine 2008 a Torino durante una convention per architetti e geologi. Io infatti sono Architetto e mio marito geologo, tra l’altro da quando mi sono trasferita in Valle lavoriamo insieme, nello stesso studio tecnico con vari professionisti associati, a Charvensod. Nel 2014 è nata la nostra stupenda Lucrezia Marie e nel 2019 abbiamo completato il nostro sogno con la nascita di Lucianne Maelie. Un Architetto in Cucina racchiude la mia vera essenza. Una ragazza napoletana che per amore di un valdostano ha lasciato la sua terra e il suo mare. Protetta dalla Alpi della Valle d’Aosta ho ritrovato il mio equilibrio, la mia identità, sempre in bilico, tra mare e ghiaccio, sale e neve, Nord e Sud. Un Architetto in Cucina sintetizza le mie più grandi passioni. Ho sempre sognato di fare l’architetto, di provare a entrare nelle vite degli altri migliorando i loro “luoghi”. Ho ereditato la passione per la cucina dai nonni e non passa giorno che non pensi a cosa preparare di buono, a offrire un gesto d’amore a chi mi sta intorno. La mia idea di cucina è il perfetto incontro tra la Vallée e Napoli, tra sapori e profumi apparentemente contrastanti.
Com’è nata l’idea di diventare foodblogger e quali cono i progetti che porti avanti attraverso esso?
Il mio blog è nato nel 2012, dettato semplicemente dalla passione per la cucina, per il mangiar bene e soprattutto per prendermi cura degli altri attraverso il cibo. Ho ereditato questa passione dai miei nonni paterni, entrambi cuochi, da cui ho imparato tutto, carpito tutti i segreti della cucina tradizionale partenopea. Sin da bambina ho sempre amato cucinare, sperimentare, pasticciare insomma. Un pò per mettermi in gioco, e un pò per creare qualcosa di concreto con le mie mani in modo da poter offrire un gesto d’amore a chi mi sta intorno. No, non è una moda, è il mio modo di vivere, ho trovato il giusto compromesso tra due cucine completamente opposte, quella napoletana e quella valdostana.
Ragù, una parola a 4 lettere, ma che nasconde un Mondo dietro, quale?
Il mio ragù è quello a base di cervo. Questo ragù è sicuramente valdostano, ha poco delle mie origini napoletane. Mio marito è cacciatore e dunque mi diverto parecchio nel preparare ricette a base di selvaggina e il ragù ormai è una ricetta consolidata. Per me sa di famiglia, delle mie bimbe, delle domeniche fredde trascorse a casa con il caminetto acceso e di profumo di caldarroste. Il sapore e il profumo del ragù di cervo evoca l’autunno, la stagione più lenta e affascinante di tutto l’anno.
Ricetta di famiglia o imparata “strada facendo”?
La ricetta di famiglia è sicuramente quella della pastiera napoletana che ho imparato a fare dal mio chef preferito: mia nonna Maria, da cui ho ereditato il nome e la passione per la cucina. Mi ha ispirata per tutta la vita, ed anche adesso che purtroppo non c’è più continua ad essere viva nelle mie ricette e nel profumo dell’essenza di millefiori della pastiera.
A quale piatto che hai cucinato sei particolarmente legata?
Il mio piatto preferito è una mia creazione ed ormai il mio cavallo di battaglia: Bocconcini di Rana Pescatrice in panatura croccante su fonduta di Toma Valdostana stagionata, accompagnati da chips di cavolo nero. Questo piatto coniuga perfettamente gli equilibri della cucina napoletana e i sapori e gli ingredienti valdostani. Questo piatto rappresenta la mia vera essenza, la mia personalità.
Quali sono i tuoi tre piatti preferiti della tua regione?
I tre piatti che adoro della Valle d’Aosta non possono che essere:
1) La Zuppa Vapelenentse che tradizionalmente si prepara a Valpelline con pochissimi ingredienti. In effetti è un piatto povero, un vero piatto della tradizione contadina, si utilizza pane raffermo, fontina, brodo, cannella e burro,tanto burro fuso!
2) La carbonada valdostana che è un secondo piatto a base di carne di manzo cotto nel vino a aromi. L’uso del burro, anche in questo caso, risulta generoso e rende il piatto perfetto per l’inverno. Accompagnato naturalmente da polenta.
3) Le crespelle alla Valdostana: morbide crespelle con all’interno un cuore di fontina e prosciutto cotto, una vera prelibatezza per il palato. Pochi ingredienti anche in questo caso, genuini e tradizionali per un primo piatto ideale per tutta la famiglia in quanto è apprezzato molto anche dai bambini.
Con quale formato di pasta abbineresti il tuo ragù?
Ovviamente le tagliatelle, fatte rigorosamente a mano seguendo esattamente la ricetta della nonna Maria che ho scolpito nel mio cuore.
Quanto sono importanti per te i testi che accompagnano le foto?
Le parole sono importantissime. Le foto fanno tanto, ma ad accompagnarle è necessario un buon testo per poter arrivare al cuore delle persone.
Itinerario di viaggio: le mete meno conosciute ma imperdibili della tua regione.
La Valle d’Aosta è meravigliosa sia d’inverno che d’estate. Primo tra tutti è salire sul tetto d’Europa, la montagna più alta del nostro continente grazie all’impianto Skyway Monte Bianco che parte da Courmayeur. La Valle d’Aosta vanta un numero infinito di fortezze e castelli, non si può non visitarne nemmeno uno! E in ultimo consiglio un’escursione in Valsavarenche, rinomata per lo sci di fondo e per la grande quantità di stambecchi da poter osservare.
Il cavallo di battaglia di famiglia?
Due cavalli di battaglia, quello napoletano di mia mamma che consiste nella parmigiana di melanzane e quello valdostano di mia suocera, che è la carbonada con polenta cotta a legna.
Torta preferita?
Sembra banale, ma per me l’immagine della torta è rappresentato dalla torta di mele! La adoro e la cucino in mille varianti.
Abbinaci un brano musicale e qualcosa da bere, ovviamente della tua Regione.
Quando cucino bevo bollicine, per chi mi conosce sa che adoro il Refrain. Questo vino, dalle note articolate e dalla fragranza incomparabile, è prodotto con Metodo Ancestrale, tecnica storicamente utilizzata nella Champagne. Cosa ascolto mentre preparo da mangiare? Elvis Presley! Per me rappresenta l’eterna giovinezza, la spensieratezza e perché no, un pizzico di leggerezza che ognuno di noi ha bisogno ogni tanto nelle proprie giornate.
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