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L’impresa più ardua di questa ricetta è stata fare una foto decente prima che i soufflè si smontassero! Infatti, vanno cotti e mangiati così, caldissimi, per non perdere la sofficità e l’ariosità. Penso che con una colata di cioccolata fondente anche al 92% sia un dolce davvero libidinoso. In ogni caso, anche mangiato così com’è fa venire l’acquolina!
Direi che per l’ultimo dell’anno, ci sta da dieci…altro che pandori farciti!!!
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Se nella vita hai avuto la fortuna di avere assaggiato una Creme Brulèe, sei un uomo – o una donna – fortunato. Di sicuro non te la sei levata dalla testa per diversi giorni, girandoti la notte nel letto tipo crisi di astinenza. Eh si, perchè oltre a essere divina, ha questo effetto collaterale. Poco male, con pochi ingredienti e rapidamente, possiamo farci questo dolce francese paradisiaco. Un fine cena perfetto.
Non vi sbagliate con la Crema Catalana, in apparenza molto simili, sono cugine tra l’altro, ma si differenziano per il gusto più raffinato per la versione francese, più spiccato e marcato con la presenza di scorza di limone e cannella per la versione spagnola. Buonissime entrambe, ma la mia inclinazione per la cucina francese, oramai ben evidenziata da tempo visto che ho fatto outing in più occasioni, mi fa dare la medaglia alla Creme Brulèe.
E voi? Quale delle due preferite?
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Oggi un revival anni ’80! Un super classico, che non tramonta mai! Nato in Francia ma amatissimo anche in Italia, questo secondo fa tornare con la mente ai capelli super cotonati con relativa scalatura vertiginosa, agli orecchini a bottoni, alle spalline sotto giacca, ai colori shok, ai punk e per ultimo la più gettonata, anche al momento…. l’aerobica in casa con videocassette di Barbara Bouchet. Un bel pot-pourri di roba che torna o sta tornando.
E come per la moda, che gira che ti rigira, torna sempre, anche la cucina detiene dei must-have che non vanno affato dimenticati! E uno di questi, è sicuramente lui, il re dei filetti!
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Il potere di una parola. Sicuramente, l’avessero chiamata “torta mobida alle pere e cioccolato” avrebbe fatto la sua bella figura, per carità, ma sentite il suono in francese “moelleux aux poires et chocolat”. Ha tutto un altro effetto sulle papille gustative, non c’è che dire.
Dobbiamo mangiare italiano, comprare italiano, viaggiare in Italia. Si, si, lo faremo. Aiuteremo la nostra nazione a riemergere dall’abisso. Ma a casa io cucinerò sempre piatti di tutto il Mondo, perchè mi piace. La cucina francese poi, è la mia debolezza. Dopo quella italiana, si intede. E questa è la mia torta del cuore, preferita in assoluto, perchè appunto mi ricorda proprio la Francia: la Bretagna, la Normandia, la Borgogna, la Provenza, la Loira. E non perchè sia un’esperta in geografia, ma perchè sono una buongustaia! Cosa c’è di più bello di viaggiare e assaporare i piatti locali? Una torta calda fumante appena sfornata in una Boulangerie?
Come si stava bene, quando si stava bene davvero.
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Un piatto francese, si, ancora uno. Non si direbbe vero che amo la cucina della Francia!? Questo piatto specialmente, è uno dei miei preferiti. Molto nutriente e parecchio calorico, ma poco importa se per una volta sgarrate, datemi retta. Ne vale la pena.
Mi ricorda una vacanza estiva alle Deux Alpes. Avevo intorno ai 12 anni, quando i miei genitori scelsero questa meta di vacanza: mattina a sciare sul ghiacciaio e i pomeriggi pieni carichi di attività passando dal tiro con l’arco, al bob estivo, fattorie e passeggiate per quei paesini. E in centro c’era una padella enorme in cui cucinavano questa prelibatezza. Mi è rimasta nel cuore e ancora oggi, nelle occasioni speciali, la ripropongo.
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Siete mai stati in Bretagna? Io e Ale diversi anni fa, abbiamo fatto un tour e ce la siamo girata quasi tutta. Ed è veramente un incanto. Sono letteralmente innamorata di quella nazione. E la regione che più mi affascina, è sicuramente la Bretana. Caratteristica, antica, piratesca. Se non ci siete mai stati, io ci farei un pensierino. E poi tutti quei dolci meravigliosi, galettes, sidro di mela ovunque. Meraviglia allo stato puro. E questo flan, mi è rimasto nel cuore. Mentro lo addento, mi sembra di stare là!
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Chi conosce un pò la zona marittima della Toscana, in particolare il carinissimo paese di Piombino, noto anche per il suo porto, saprà di per certo dell’esistenza del ristorante – trattoria del “Garibaldi Innamorato”, rinomatissimo per la sua specialità che l’ha reso famoso, ossia la meravigliosa “Zuppa Corsa”. Molti di voi, si chiederanno che cosa sia mai questa pietanza poco conosciuta e forse mai assaggiata. Per farla breve è una sorta di cacciucco senza lische e senza molluschi, passato finemente al setaccio, mangiato rigorosamente con pane abbrustolito, emmenthal francese e una salsa fatta con maionese e harissa (una pasta di peperoncino piccante nota sopratutto in Tunisia). Sono ingredienti strani, che nessuno sognerebbe mai di mangiarseli assieme, ma vi assicuro che insieme non è che ci stanno benissimo, ma di più, di più, di più! Se vi manca un ingrediente, date retta a me, non la fate, perché privereste le vostre papille gustative di bocconi prelibati che vi fanno dimenticare dove siete, chi siete e dove vi trovate.
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Ormai tutti sanno del mio amore per la Francia e per la cucina francese. E non è certo una novità trovare tra i miei menù, un piatto provenzale, corso o normanno. E’ proprio una passione innata anche per i nostri viaggi. Appena possiamo, scappiamo a visitarla! E nel mio cuore c’è sopratutto la Provenza, dal nome così romantico che nessuno può non amarla. Se non ci siete mai stati, vi consiglio vivamente di farci un salto. Ne vale proprio la pena!
Oggi vi propongo una Quiche, che tutti conoscono, è uno dei cavalli di battaglia della regione della Lorena. Anche se più esattamente si chiamerebbe Quiche Alsacienne (dato che ho aggiunto anche la cipolla bianca 😉 )
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