La cucina dei ricordi è sempre quella più apprezzata. Evoca pensieri e sensazioni perse e che avresti voglia di ritrovare.
Non è facile e forse non è possibile, perchè i ricordi sono stronzi, generalmente si ricorda solo il bello e mai il brutto. E si tenderebbe sempre a fare un passo indietro, a tendere la mano a te stesso di qualche anno- decennio fa e con l’occhio lacrimoso gli si direbbe di godersi quei momenti.
Appunto dicevo, i Rostì li mangiavo sempre quando andavo a Norimberga, situata a nord della Baviera, per lavoro. Quando ero al commerciale/stile di una ditta di filati per arredamento. La rappresentante tedesca, Christine, una signora di una certa età che mi accompagnava nei giri dei clienti lo sapeva: Stinco, Rostì, Wurstel Bavaresi, Kloesse di patate e una Pils stillata sul momento. Queste erano le mie tappe preferite per i pranzi e per le cene.
Una me diversa, senza dubbio. Una Federica senza figli, senza pensieri, sicuramente incompleta da una parte.
Così ho fatto provare ai miei figli, il brivido di un Rostì caldo (anche se essi sono tipici della cucina svizzera, in Baviera ne fanno molto uso). Edoardo ne va pazzo e ogni tanto mi fa “Ma quando me li fai i rostìc?!”…ne mangierebbe a tonnellate!!
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