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Day 14 – “Calendario dell’Avventour” – America, New England.
Parlare della Apple Pie è puramente improprio. Perchè questa non è una torta, ma il solo assaggio di questo nettare vi sprigionerà meravigliosi idilliaci ricordi di un tempo lontano. Se non si assaggia, non si può sapere e vi invito caldamente a farlo.
Non mi limiterò a parlare della Apple Pie – American Pie, che lo sappiamo tutti che è nata in Inghilterra e non in America, ma con la conquista del Nuovo Mondo, sbarcò nelle colonie anch’essa e anche se prima veniva fatta con la carne (ma io mi chiedo, perchè!!), fu sostituita con le mele e visto che in America non avevano la qualità giusta, ma esistevano solo quelle selvatiche, beh, importarono pure quelle! E si sta parlando della fine del 1400!
E’ nato addirittura un detto che si usa per definire qualcuno dalle profonde radici americane, un americano “doc”: “American as an apple pie” (cioè “Americano come la torta di mele”).
Io, stasera, mi sento particolarmente americana, e non solo perchè mi piace l’America in particolar modo, ma perchè mi sento proprio un’americana in cucina.
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Day 11 – “Calendario dell’Avventour” – Europa, Italia.
Certo, a quest’ora che ricetta possiamo mettere? A quest’ora ci sta bene sono una cosa, un bell’infuso caldo caldo. Se poi è profumato e aromatico, tanto meglio! Mica quelle bustine che non sanno di nulla!
Ma sapete come nascono le tisane (o infusi)? Si sta parlando del “mondo antico”: in epoca greco-romana le persone sapevano già utilizzare le proprietà benefiche delle piante, le usavano come vere e proprie medicine. Le erbe venivano messe in infusione in acqua calda, ma anche fredda. Ma non le bevevano soltanto, venivano immerse dentro delle garze da applicare dove serviva. Poi, durante il Medioevo queste preparazioni diventano molto più mature e sofisticate: si sta parlando di veri e propri avvii farmaceutici. Per quelle potenti però, erano streghe e fattucchiere che le dispensavano. Per dirla breve, questi infusi erano i primi farmaci messi in commercio.
Adesso bevo e nanna!
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Day 8 – “Calendario dell’Avventour” – Africa, Kenya.
Pochi sanno che c’è una varietà di tè che proviene direttamente dall’Africa. Uno pensa al tè e sbam, subito gli si proietta alla mente la Cina e il Giappone: tutte le loro tradizionali tradizioni, culti, modi di vivere, teiere in porcellana con tanto di tecnica del versaggio nella tazza.
Ma ahimè, devo infrangere il sogno delle vostre menti. Esiste una varietà di tè nero che cresce in Africa sull’altopiano del Kenya dalla fine dell’Ottocento. Più di 450.000 piccoli agricoltori si dedicano alla cura delle piante del tè, forse chi è stato in vacanza da quelle parti ce lo può confermare.
Vi invito, in queste giornate corte e fredde, a prepararvene una bella tazza fumante, sarete catapultati, almeno mentalmente, in posti caldi e accoglienti.
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Day 5 – “Calendario dell’Avventour” – Europa, Svezia.
A quest’ora, niente ci sta bene quanto un Glogg Svedese! E cos’è? E’ sempre un vin cotto, ma alla maniera svedese, quindi molto più speziato e leggermente più alcolico.
Sotto Natale, ci sono delle cose a cui non so rinunciare e una di questa è il vin brulè. Poco, non troppo spesso, ma quando ho voglia di sentirmi in montagna, me lo faccio, chiudo gli occhi e mi sento nel mio posto sicuro. Sarebbe bello berlo davanti al camino ma, per il momento, ne sono sprovvista! Questa ricetta l’ho scovata nelle mie molteplici letture. Non ne sapevo nemmeno l’esistenza e devo dire che è divino. Glogg significava originariamente “liquore speziato” anche se con gli anni a seguire identificava proprio il vino cotto speziato e questo, viene bevuto in inverno in tutta la penisola scandinava, non solo la Svezia.
Scappo, me ne vo a bere una tazzina!
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Day 3 – “Calendario dell’Avventour” – Africa, Sudafrica.
Qua da noi il Rooibos non è nè conosciutissimo nè tantomeno usatissimo. In Africa, specialmente nella Repubblica del SudAfrica invece è come dire qua da noi: una tazzina di caffè. Primo, perchè è un arbusto (quindi viene chiamato impropriamente “tè”) che cresce solo nella zona di Cederberg. Non cresce in nessun’altra zona del Mondo. E loro, avendocelo proprio lì hanno imparato ad usarlo e a beneficare di delle sue proprietà come come vitamina C, magnesio, fosforo, ferro, zinco e calcio. Ed in più è naturalmente privo di caffeina.
Questo abbinamento con il latte di mandorla lo rende una coccola serale perfetta e adatta anche ai bambini: ai miei per esempio, gli piace un sacco!
E allora cin cin, più Rooibos per tutti!!!
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Rieccoci con la cioccolata calda! Si è vero, ci risono, però bianca! E stavolta non c’è ombra di cannella. Non che non ci stia bene, ovvio, qui ho voluto qualcosa che ricorda il velluto, quella scioglievolezza senza spezie. Una precisazione: è decisamente dolce per natura, non contenendo il cacao, ma solo il burro. E giusto appunto non ho aggiunto zucchero. La dose è per 2 tazze, ma se volete dividerla in 3 o 4 per avere il giusto appagamento, ma senza stucchevolezza, ancora meglio!
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Che si chiami Chai Latte o Masala Chai, poco importa. E’ sempre la stessa meravigliosa bevanda indiana. Dopo il Golden Milk, l’oriente ci regala delle bombe speziate da non poterne fare a meno. Sempre ovviamente se le spezie piacciono!
Io non sono mai stata in India e per quanto possa piacermi nelle foto, non credo che sia un paese che collocherei nelle mie top 10. Nemmeno nelle mie top 20 in realtà. Ma chi c’è stato, dice sia veramente da vivere e visitare. Io però amo i paesi più occidentali o nordici, e sicuramente nella mia vita viaggierò altrove, ma sicuramente la cucina indiana, ben fatta, rimane una bellissima scoperta da provare nelle mie mura di casa!
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