Se amate le paste cremose, non sono ammesse scuse, dovete assolutamente provare questo piatto! Piatto tradizionale campano, anzi, napoletano per l’esattezza che vanta ben 300 anni! E se ha così tanti anni, e nessuno, si è mai dimenticato di lei, è perché è davvero indimenticabile, sia fatta nella sua semplicità, che nella versione con aggiunta di provola. In ogni caso, sotto, trovate le varianti.
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Se state cercando una ricetta ipocalorica, andate oltre, ve lo dico. Questa fonduta è altamente libidinosa e può essere considerata uno di quei confort food di tutto rispetto. E se vogliamo parlare di rispetto appunto, è la giornata adatta. Oggi è la Giornata Internazionale della Donna. Ma ancora di più, più che oggi, ci si dovrebbe ricordare di un giorno ancora più importante istituito il 25 Novembre: la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza ancora più motivazionale sul rispetto, contro le violenze sia verbali e che non verbali. Più 25 Novembre e meno 8 Marzo.
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In questa settimana detta “santa”, per chi come me è un estremista, praticante e devoto a “San Remo” (noi ti lodiamo), tutto quello che facciamo per rimanere svegli attaccati allo schermo dalle 20.40 fino alle 2.00 inoltrate è armarsi di posizioni scomode, tazze di caffè anti melatonina e sgranocchi vari per passare il tempo e non far cadere la palpebra. Ma quello che più ci manda nei pazzi è finire di cenare ad un’ora a dir poco decente per poi sparecchiare, pulire e preparare l’occorrente per l’indomani mattina a tempo record. Tutto questo ci riesce con una tale rapidità e maestria, che di sicuro c’è qualche santo di mezzo. Che sia San Giovanni, l’Angelina o qualche Santo Francese, poco importa. L’importante è essere sul divano per l’ora della sigla. Per far questo, ci vuole una cena rapida e pronta già tempo prima. E cosa c’è di meglio di una calda minestra da preparare già nel pomeriggio? Si perchè riposata, è ancora più buona! Per stasera, ve lo dico, non ce la fate coi tempi, domani sera per la finale, la pizza da asporto è cosa buona e giusta, quindi, mi dispiace, ormai ve la dovete preparare per domenica a cena. E così, ve la potete gustare anche senza fretta, cucchiaio dopo cucchiaio, ascoltando in sottofondo la playlist di Sanremo, ovvio.
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Siete del team Natale tutto l’anno oppure si parte l’8 Dicembre e chi si è visto, si è visto?! A cose normali, avrei sentito già da una decina di giorni il Jingle-Gel, ops, volevo dire Jingle-Bells (tutta colpa delle parodie di Conte, che mi fanno pisciare sotto dal ridere) nell’aria, o per lo meno, nella mia parte centrale del cervello. Quest’anno invece mi sembra di udire sempre, come un vecchio carillon, la Sinfonia n. 5 di Beethoven. Mi sto trasformando in Grinch, è probabile. Ma quest’anno lucine e ghirlande le sento proprio lontane. Questo clima festoso mi irrigidisce ancora di più. Infatti e sottolineo, infatti…da domani partiranno i lavoretti natalizi coi bambini. Menomale che almeno loro questo clima lo percepiscono… e parecchio. E questo fine settimana, per la gioia di Marito, faremo anche l’albero. Help me!
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Alzi la mano chi non ama le polpette! Mmmmh vedo una marea di mani abbassate, forse qualcuna alta in lontananza, ma poca roba!
E’ vero, c’è poco da fare, le polpette piacciano a tutti, grandi e piccini. Ed è anche un escamotage per fare mangiare la verdura ai bambini (eheh io per quello sono l’asso, li frego che è una meraviglia!!!) purchè non siano fritte, sennò ciao belli, fa bene da una parte, male dall’altro. Anche se una fritturina ogni morte di papa, male non fa via, diciamoci la verità!
Comunque queste qua, hanno tutte le carte in regola, nessuno si accorgerà che sono al forno. E voi shhhhh non lo dite a nessuno!
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Se avete la fortuna di abitare tra i campi, oppure magari uscite per qualche commissione e vedete in un campo la Borragine (si riconosce per le sue foglie pelose e i fiorellini viola), non fatevela scappare. Il suo momento è proprio ora e si trova vicino ai rigagnoli, facilissima da riconoscere, ma se non siete esperti, vi suggerisco di informarvi bene prima di cucinarla.
Io l’adoro nella pasta un pò brodosa, ma viene utilizzata in tantissime preparazioni come frittate, risotti, torte salate, tortelli, come se fosse una bietola, un’ortica o uno spinacio.
L’avete mai assaggiata? Come l’avete cucinata? Sono curiosa!
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La rosticciana non si può chiamare “la costina di maiale”, non fatemi questo torto per favore. Udite il suono alla toscana “R-O-S-T-I-C-C-I-A-N-A” e la bocca si riempie di acquolina. E poi, vietate ai commensali l’uso del coltello e della forchetta, obbligatorio l’uso delle mani e della leccata di dita quando si arriva all’osso. Il galateo non lo prevede? Ecchissenefrega, dovrebbe essere scritto su tutti i libri da cucina: da mangiare con le mani!
Questa è un’ottima alternativa al barbecue, e a dire la verità, forse mi piace anche di più!
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Un piatto francese, si, ancora uno. Non si direbbe vero che amo la cucina della Francia!? Questo piatto specialmente, è uno dei miei preferiti. Molto nutriente e parecchio calorico, ma poco importa se per una volta sgarrate, datemi retta. Ne vale la pena.
Mi ricorda una vacanza estiva alle Deux Alpes. Avevo intorno ai 12 anni, quando i miei genitori scelsero questa meta di vacanza: mattina a sciare sul ghiacciaio e i pomeriggi pieni carichi di attività passando dal tiro con l’arco, al bob estivo, fattorie e passeggiate per quei paesini. E in centro c’era una padella enorme in cui cucinavano questa prelibatezza. Mi è rimasta nel cuore e ancora oggi, nelle occasioni speciali, la ripropongo.
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Con queste giornate ventose, pensiamo ancora ai mangiari invernali. E questo ci riscalda alla grande! Un secondo di carne in umido, tipico della mia Toscana. In maremma lo fanno col cinghiale, qua da noi, nel fiorentino lo facciamo col muscolo di manzo. Comunque voi lo facciate, sappiate che la scarpetta è d’obbligo. Certo, non sono io a dirvelo, verrà sicuramente da sola!
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